LEONARDO: GENIO A BASE D’ACQUA

LEONARDO: GENIO A BASE D’ACQUA
In occasione delle celebrazioni per i cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, la penisola italica, si è attivata nel riconoscere il giusto tributo al genio, nato in Toscana, a Vinci. Tra gli innumerevoli studi e scoperte del sommo inventore, si scorge alcuni importanti studi sulle dinamiche dei fluidi e su le opere idrauliche.
Leonardo cominciò a dedicarsi agli studi d’idraulica durante il soggiorno a Milano, e nei suoi viaggi in Lombardia.
A Milano, Leonardo studiò l’area intorno al Naviglio di San Marco, realizzando un progetto per collegare il Naviglio Martesana ai Navigli interni attraverso due chiuse. Ciò avrebbe permesso di attraversare Milano in barca e, potenzialmente, di collegare l’Adda con il Ticino. Leonardo aggiunse anche un personale tocco di genialità, inserendo nelle chiuse un portello inferiore, manovrabile, per gestire la portata dell’acqua.
Anche durante il suo breve soggiorno veneziano, Leonardo collaborò con la Repubblica di Venezia, per rendere navigabile il fiume Brenta ed evitare le inondazioni.
Alcuni dei progetti idraulici di Leonardo consistevano nella deviazione di fiumi ed erano particolarmente ambiziosi e futuristici, come testimoniato dai suoi stessi scritti. Aveva ipotizzato la bonifica delle Paludi Pontine, vicino Roma, aveva ideato un progetto per regolare il corso dell’Arno e creare un canale per unire Firenze al mare, e aveva teorizzato la canalizzazione di una regione francese paludosa situata a sud di Parigi, la Sologne.
Come fece per tutti i fenomeni naturali, Leonardo studiò la vera natura dell’acqua: «…Questa non ha mai requie insino che si congiunge al suo marittimo elemento dove, non essendo molestata dai venti, si stabilisce e riposa con la sua superfizie equidistante al centro del mondo». Ne studiò l’origine, la dinamica, gli effetti ottici sulla superficie e altre particolarità, ad esempio la schiuma: «l’acqua che da alto cade nell’altra acqua, rinchiude dentro a sé certa quantità d’aria, la quale mediante il colpo si sommerge con essa e con veloce moto resurge in alto, pervenendo a la lasciata superfizie vestita di sottile umidità in corpo sperico».
Grazie agli studi di fluidodinamica, Leonardo progettò macchinari per l’utilizzo dell’energia idraulica, per l’innalzamento delle acque e per il prosciugamento delle terre paludose.